Croce dei Colodri: trekking breve, panorama infinito

Facile trekking alla Croce dei Colodri, un punto panoramico a nord del Lago di Garda, dove l’avventura incontra la vista più spettacolare.

Immaginate un posto dove in una sola mezz’ora di cammino potete ritrovarvi sospesi tra cielo e terra, con gli occhi che spaziano dal Castello di Arco con la Valle del Sarca, al Monte Brione tra Torbole e Riva del Garda, fino alle acque scintillanti del lago.

La Croce dei Colodri è proprio questo: un punto panoramico immerso tra rocce carsiche e lecci, dove l’avventura incontra la vista più spettacolare.

Come arrivare alla Croce dei Colodri

Il sentiero parte da Laghel, piccola frazione del comune di Arco, proprio accanto alla piccola Chiesa di Santa Maria. Dovete imboccare il sentiero numero 431, ben segnalato anche da un cartello che lo nomina “Sentiero dei Lecci”, proprio per la tipica vegetazione mediterranea (Leccio, Ginestra, Olivo e Terebinto); ma non mancano anche Carpino nero, Pino nero e Frassino minore.

Il sentiero – dopo un primo tratto che sale circondato dai cipressi piantati più di un secolo fa dal famoso ingegnere Gianni Caproni (che ne utilizzava il legno per progettare i primi aerei, agli inizi del 1900) – si inerpica fra rocce e scaloni naturali, per poi terminare in un breve tratto più pianeggiante in mezzo al bosco, che vi porta alla sommità del Monte Colodri con la sua imponente croce, situata a 373 m. Nonostante l’altitudine non sia affatto elevata, vi sembrerà di essere molto più in alto, grazie alla magnifica prospettiva che vi si staglierà davanti.

Il tragitto ha un dislivello di 150 m, che in sola andata si percorre in circa 30-40 minuti di cammino. Si ritorna poi dallo stesso sentiero.
È adatto a tutti, ma non a tutte le scarpe! Vi ricordiamo sempre di indossare scarponcini da trekking con un buon grip.

Consiglio per i fotografi: se volete un bel sole che illumina il paesaggio, senza controluce, vi consigliamo di andare al mattino.

Dove parcheggiare

Se siete fortunati potete posteggiare l’auto proprio accanto alla Chiesa di Santa Maria di Laghel, ma attenzione perchè ci sono solo 3-4 posti.
Altrimenti, salendo a Laghel lo vedrete alla vostra sinistra, c’è un ampio parcheggio sterrato, utilizzato anche per seguire il sentiero che porta al castello di Arco. Da lì alla chiesetta di Laghel sono circa 15 minuti a piedi, in salita tra gli ulivi.

Falesia Muro dell’Asino

Poco prima di raggiungere la cima, sulla vostra sinistra, vi aspetta la Falesia Muro dell’Asino: una suggestiva parete rocciosa, perfetta per avvicinarsi all’arrampicata, adatta anche ai più piccoli.

Questo angolo di natura è anche l’ideale per una sosta rigenerante: un bel prato vi invita a stendervi al sole, mentre un paio di tavoli in legno con panche offrono un posto comodo per un picnic all’aria aperta.

Libro di Vetta

Proprio sulla Croce dei Colodri, potrete notare una cassettina metallica che contiene il Libro di Vetta (curato dalla SAT – Società Alpinisti Tridentini), in cui scrivere un pensiero da lasciare in un posto del cuore come questo.

Madonnina

Dalla croce si scorge, su uno sperone roccioso poco distante, l’elegante sagoma bianca della Madonnina. Raggiungerla è un’avventura breve ma suggestiva: bastano pochi minuti di cammino per trovarsi ai suoi piedi.

Attenzione: il percorso presenta tratti esposti e richiede cautela, data la presenza di punti un po’ impervi. Ma per chi affronta il tragitto, la ricompensa è un panorama mozzafiato che, a differenza di quello dalla Croce, può spaziare anche verso nord.

Cosa fare nei dintorni della Croce dei Colodri

Visto che avete gli scarponcini ai piedi, perchè non sfruttarli per il resto della giornata?

Partite alla scoperta di Bosco Caproni, esplorando cave di oolite e trinceee della Grande Guerra, oppure immergetevi nel suggestivo paesaggio lunare delle Marocche di Dro.

Come avete potuto leggere, questa piccola escursione offre davvero tanta bellezza, ma anche molti spunti di riflessione e occasioni di condivisione. Non perdetevela!

Ciao cari Outdoors,
Silvia Turazza

croce dei colodri
Silvia Turazza

Secondo l’arte dell’onomanzia, il significato del mio nome è così descritto: “vive nei boschi, silvestre e selvaggia”. A volte il fato conosce la strada prima di te, e ti forgia con le esperienze più affini. Vivo sul balcone del Garda a San Zeno di Montagna. Appassionata di trekking, fotografia e scrittura, che unisco in piccole avventure. Se mi cercate, mi trovate nel bosco vista lago... con i miei Roberto e Gea.

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