Ci hanno dedicato una leggenda medievale, li celebrano ogni anno con una cena che mette a tavola oltre 4.000 persone lungo l’incantevole ponte visconteo che unisce la frazione di Borghetto a Valeggio sul Mincio, tra le colline moreniche di Verona e Mantova. Ma il luogo migliore in cui i tortellini di Valeggio trovano generosa espressione rimane quel pranzo domenicale, a casa o nei ristoranti locali, in cui la loro particolare bontà conquista tutti, ieri come oggi, strappando un sorriso felice ai bambini e agli adolescenti social, ai genitori e ai nonni. Il loro miglior pregio? Un piatto di tortellini di Valeggio fa coppia e fa famiglia da generazioni, una forchettata dopo l’altra, e questo per me basta a renderli leggenda.
Un primo piatto morbidamente aromatico
Cosa hanno di così speciale, nell’ambito di una tradizione di pasta fresca tanto ricca in Italia, i tortellini o “nodi d’amore” di Valeggio, oggi proposti dai ristoranti del territorio e da un buon numero di pastifici locali? Parliamo di una pasta all’uovo ripiena di carne di vitello e/o manzo, maiale e pollo. Caratteristica distintiva è la sottigliezza, realizzata a partire da un impasto con circa 10 uova per kg che viene tirato fino a diventare un velo. Il ripieno di carne prevede anche un tocco di rosmarino e di noce moscata che fa la differenza.
Da notare che il sapore dei tortellini di Valeggio varia a seconda del pastificio o del ristorante. I più pregevoli spiccano per l’aroma delicatamente aromatico del ripieno, ulteriormente esaltato dal condimento con burro, salvia e Parmigiano-Reggiano nella versione asciutta. Da provare anche quella in brodo che esalta le caratteristiche gustative dei tortellini in purezza, spingendo la memoria a tornare a un passato dove la pace si celebrava a tavola, perché i tortellini di Valeggio mettevano d’accordo tutti i palati.
Tra storia e un territorio dal fascino pittorico
Il tortellino di Valeggio nacque in una cornice romantica e bellica al tempo stesso. I centri urbani di Valeggio sul Mincio e Borghetto si fondarono in epoca longobarda; il Castello scaligero e il Ponte visconteo furono edificati nel Medioevo, tra il XIII e il XIV secolo e si fondono armoniosamente con un paesaggio che si accende di tonalità bucoliche nelle quattro stagioni. In epoca risorgimentale i due centri furono però teatro di battaglie, sia nel corso delle guerre d’indipendenza, sia delle guerre mondiali.
Da agnolini a tortellini a nodi d’amore
I tortellini di Valeggio sono un tesoro gastronomico sopravvissuto ai tempi. Secondo il collega Morello Pecchioli le loro radici storiche affondano nella cucina veronese-mantovana e negli “agnolign” o “agnolini”. Di fatto, negli Anni Novanta, lo studioso, gastronomo e orafo Alberto Zucchetta, su richiesta dell’Associazione dei ristoratori di Valeggio, li connotò con una leggenda di sapore medievale e avviò la nuova definizione di “nodi d’amore”, ispirata alla storia d’amore tra un soldato delle truppe viscontee e una ninfa. Inseguiti da uomini che volevano catturarli, i due amanti si rifugiarono nelle profondità del Mincio, lasciando come pegno un fazzoletto di seta dorata che ricorda la forma del tortellino. La leggenda creata da Zucchetta vuole che da quel giorno le donne del luogo realizzarono “nodi d’amore” con uova, farina e carne.