E’ da qui che vorrei iniziare questa collaborazione: il limite, il segno _mobile_ perchè fatto di acqua e di pietre che l’acqua sposta, il contorno del mio, del nostro lago. Dovrebbero essere le immagini a parlare, di passeggiate lungo questo perimetro di sassi ed acqua, ripetute nel tempo ed in diversi momenti del giorno e delle stagioni, di stupore per lo spettacolo ogni volta diverso che la natura ti regala, di luce che cambia e che il fotografo cerca di catturare in questi rettangoli di pixel, come un bambino cerca di afferrare una lucciola, il tempo di gioire di questo piccolo miracolo, per poi lasciarla libera; ma l’opportunità di un commento scritto può permettere di completare le informazioni e magari di suggerire un percorso, una meta, o il momento della giornata in cui si può avere la fortuna di vedere il paesaggio sotto una luce diversa.
Perchè alla fine, sempre di luce si tratta: chi vive in un luogo e ama fotografarlo ha la possibilità di approfondirne la conoscenza al di fuori di itinerari ed orari “turistici”, e metterlo a disposizione di chiunque sotto forma di una piccola riproduzione, che si spera avrà il pregio di rimandare chi la osserva al momento e nel luogo in cui è stata scattata, e ricavarne un piacere.
Difficilmente un fotografo di paesaggio scatterà foto a mezzogiorno, ma si recherà sul luogo che ha scelto nei momenti di maggior cambiamento della luce o delle condizioni atmosferiche, che sono i momenti attorno all’alba e al tramonto, vale a dire i limiti, i confini tra il giorno e la notte.
Queste immagini sono state scattate la sera dello scorso 5 agosto presso la località Vò, a breve distanza di tempo tra loro e con un punto di vista leggermente spostato e ruotato, al confine tra Desenzano e Lonato; si tratta di un luogo rimasto ad uno stato selvatico, fatto di arbursti e canneti, reso praticabile pochi anni fa da un lavoro di bonifica rispettoso delle sue peculiarità.